"Io donna" intervista.

29 febbraio 2012

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  1. .Ily;
     
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    Ecco finalmente un'intervista in italiano sulla rivista "Io donna" che uscirà il 29 febbraio! =)

    “E pensare che ho aspettato dieci anni per ritrovarmi sulla strada”
    Ha rinunciato a film importanti ma alla fine ce l’ha fatta:
    Garrett Hedlund è protagonista di On the Road. Candidandosi a sex symbol planetario,
    tra una scena di sesso (finta) con Kristen Stewart
    e i baci (veri) a Kirsten Dunst

    di Maria Laura Giovagnini

    “Caro Marlon, ti prego di comprare i diritti di Sulla strada per farne un film. Tu impersonerai Dean e io sarò Sal”. Era il 1957: Jack Kerouac sapeva che, nel ruolo del coprotagonista, ci voleva uno dal carisma di Brando. Non se ne fece nulla, purtroppo. Quando Walter Salles ha ripreso il progetto, l’esigenza gli era ben chiara. E ha scelto Garrett Hedlund. Biondo, occhi blu, aria sfrontata. Ma non è stato (solo) questo a convincerlo: il giovanotto si è presentato al provino leggendo un testo che aveva preparato in bus verso Los Angeles, sull’emozione del viaggio. Assolutamente perfetto per lo spirito del romanzo («Dobbiamo andare e non fermarci finché siamo arrivati». «Dove andiamo?». «Non lo so, ma dobbiamo andare» scriveva Kerouac).
    E così la vera sorpresa di On the Road – oltre a Kristen Stewart al suo primo personaggio trasgressivo, nudo compreso – è lui, il ventottenne che arriva da un paesino del minnesota. Già Patroclo in Troy, già Sam in Tron: Legacy, oggi fidanzato felice di una star (Kirsten Dunst, conosciuta proprio su questo set). Uno che di strada ne ha fatta parecchia, non per modo di dire…
    «Sono cresciuto in una fattoria vicino a roseau, dove viveva tutta la mia famiglia, di origine svedese» si racconta lui con calma (non si è ancora buscato il terribile virus hollywoodiano “del-privato-non-parlo”). Del bello & maledetto ha solo gli occhiali da sole («stanotte abbiamo festeggiato il film con un po’ troppo champagne, mi sento a pezzi») e l’uso facile delle parolacce. «Tutti pensavano che sarei finito male. Dovevo inventarmi dei passatempi, non c’era gran che da fare».
    E ha pensato subito alla recitazione come via di fuga?
    Da ragazzino guardavo film con mio fratello, mia sorella e mio padre (si è separato da mamma quando avevo pochi mesi). da noi si prendevano appena tre canali, utilizzavamo parecchio il videoregistratore. Ero affascinato da chi appariva sul piccolo schermo… Un giorno ho capito: «ecco quel che voglio diventare». Sul retro di un vhs c’era l’indirizzo di uno studio cinematografico e ho mandato una lettera: «posso essere in una delle vostre serie?».
    E poi?
    Non mi ha risposto nessuno.
    Però non si è arreso.
    A 14 anni mi sono trasferito con mia madre in Arizona: la scuola, con i suoi tremila studenti, era più grande del posto da cui venivo, che arrivava sì e no a 2500 abitanti! lì ho pensato di studiare sul serio recitazione: così, appena finite le superiori, sono partito per Los Angeles. Ho avuto fortuna: soltanto pochi mesi dopo ero sul set di Troy…
    Quando ha scoperto On The Road?
    L’ho letto a 17 anni. Sono corso sul web per vedere se ci fosse un film in lavorazione, e ho visto che se ne stava occupando Francis Ford coppola. non ci riuscirò mai, mi sono detto. Ci tenevo così tanto! non è un libro sulla Beat Generation: riguarda tutti i giovani che cercano il loro percorso nella vita e hanno fame di libertà. Mi ha così influenzato che ho cominciato a scrivere, in modo spontaneo, seguendo la corrente… per fortuna, quando il progetto è partito con Salles, ero a bordo!
    Ma ci sono voluti tre anni perché si concretizzasse…
    Nel frattempo, rifiutando film importanti, mi sono documentato con cura. Ho parlato con tutti quelli che avevano conosciuto Neal Cassady (il poeta amico di Kerouac cui il suo personaggio è ispirato, ndr), ho visto il materiale d’archivio…
    Un approccio da secchione.
    In effetti… ma anche per Country Strong (il film del 2010 con Gwyneth Paltrow, ndr) avevo lavorato sodo, imparando a suonare la chitarra.
    Qualche imbarazzo nel girare le scene di sesso con Kristen Stewart?
    No, anzi: ci siamo sentiti stranamente a nostro agio… eravamo presi dai nostri personaggi, ci siamo lasciati andare. Nella stanza c’eravamo solo noi e Walter, che non è tipo da importi: «Falle scivolare la mano sulla schiena, fai questo, fai quello».
    E dopo è arrivato Inside Llewyn Davis, diretto dai fratelli Coen.
    Due ragazzi del minnesota, come me. E nel cast c’è pure Oscar Isaac, uno dei miei migliori amici. Accidenti: se è un sogno, non svegliatemi.

    Fonte
     
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  2. claudia_s86
     
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    che bello, un' intervista in italiano!!
     
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  3. Giuly.
     
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    Non avrei mai sperato di leggere un qualcosa in italiano su di lui!
    Tutti gli artisti che mi piacciono in Italia sono sconosciuti XD

    E' bello poter leggere qualcosa su di lui :))

     
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2 replies since 29/9/2012, 12:40   95 views
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